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Sabato 7 Settembre 2024

“Cosentino referente politico dei Casalesi”, richiesta d’arresto bis per l’ex sottosegretario. Indagato Luigi Cesaro

Napoli, 6 novembre 2011 – L’amico sottosegretario e l’amico presidente. Insieme, a braccetto, alla volta della Capitale, sede Unicredit. La pratica andava sbloccata. Un finanziamento da 5 milioni e mezzo di euro da far piovere su di un terreno alla periferia di Casal di Principe. Lì dove era pronto a sorgere un mega centro commerciale da battezzare, senza troppo indugiare nella fantasia, “Il Principe”. L’amico sottosegretario era il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. E fu fumata bianca. Il finanziamento venne concesso, ma poi bloccato in parte perché corredato di una falsa fidejussione. In quella gita romana, l’allora viceministro di Tremonti volle con sé Luigi Cesaro, l’amico, come si autodefinirebbe lo stesso presidente della Provincia di Napoli. Sul primo pende ora la richiesta di arresto notificata alla giunta per le autorizzazioni della Camera. Cosentino è accusato di concorso in falso, riciclaggio e violazione della normativa bancaria, reato in calce a un’ordinanza che lo indica “referente politico nazionale dei Casalesi”. Sì, proprio i Casalesi. Il progetto l’avrebbe dovuto infatti realizzare la società Vian srl, riconducibile a esponenti del cartello criminale. Ma il parlamentare avrebbe fatto di più, imponendo al dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di dare via libera alla concessione per la costruzione del centro in violazione di tutte le norme urbanistiche. Il tutto, in cambio di preferenze elettorali. E’ il cuore dell’inchiesta che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 57 persone su settanta indagati, denominata “Il principe e la ballerina”. Dove per principe s’intende quel centro commerciale che non è stato mai più realizzato. E ballerina è la scheda elettorale. E’ storia del 2010. Amministrative a Casal di Principe. I sostenitori del candidato sindaco Antonio Corvino, collegato al boss casalese Demetrio Corvino, dovevano portare all’esterno dei seggi una scheda elettorale in bianco che, dopo essere stata contrassegnata con il voto di preferenza, veniva consegnata a un altro elettore, che la depositava nell’urna e portava fuori, immacolata, la scheda che gli era stata consegnata. E così via fino a chiusura seggi. Per non parlare di quanti si sostituivano a malati di mente, dunque inabilitati al voto, o a Testimoni di Geova, che non votano per principio di fede. E in cambio di preferenze elettorali, ecco i ticket mensa. Cesaro è tra gli indagati: risponde di violazione delle legge bancaria, ma suoi confronti, però, non è stato né chiesto alcun provvedimento. Nell’elenco di quanti sono stati colpiti dall’ordinanza figura pure il consigliere provinciale casertano, in quota Udeur, Sebastiano Ferraro, per il quale, come ricorda il pentito Luigi Grassia, in campagna elettorale si esibì il neomelodico Ciro Ricci, “felice e contento – sottolinea il collaboratore di giustizia – di stare in mezzo ai camorristi”. Riferendo delle assidue frequentazioni tra l’artista e gli esponenti del clan. Ordinanza pure per l’ex sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, e per il responsabile della filiale Unicredit di Roma Tiburtina, Cristoforo Zara.

Giuseppe Porzio

 

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